Cinema_italiano

VON OKTOBER BIS DEZEMBER 2018 IM KINO:
FÜNF NEUE ITALIENISCHE FILME MIT DEUTSCHEN UNTERTITELN.

CINQUE NUOVI FILM ITALIANI:
IN CINEMA DA OTTOBRE A DICEMBRE 2018.


Programmheft / Opuscolo
STARTSEITE

AMMORE E MALAVITA
Love & Crime

COME UN GATTO IN TANGENZIALE
Wie eine Katze auf der Stadtumfahrung

L'EQUILIBRIO
Im Gleichgewicht

TARANTA ON THE ROAD

TUTTO QUELLO CHE VUOI
Alles was du willst





AMMORE E MALAVITA - LOVE & CRIME > > Trailer
von / di Antonio Manetti & Marco Manetti

Neapel. Gangsterkönig Don Vincenzo, auch 'König der Fische' genannt, will mit Hilfe seiner trickreichen Gattin Donna Maria unerkannt aussteigen. Dazu soll in seinem Sarg ein harmloser Schuhmacher zu Grabe getragen werden. Dummerweise hat die junge Krankenschwester und strebsame Träumerin Fatima den echten Don Vincenzo lebend gesehen. Der gefürchtete Killer Ciro im Dienste von Don Vincenzo erhält den Auftrag, Fatima umzulegen. Doch Ciro erkennt in Fatima seine grosse Jugendliebe wieder. Für Ciro gibt es nur eine Lösung: Verrat an Don Vincenzo und Donna Maria. Bald ist das Paar auf der Flucht - mit der gesamten Unterwelt Neapels auf den Fersen. Es beginnt ein unglaubliches Wettschiessen, einer gegen alle.
Das gab's noch nie: ein knallbuntes Mafia-Musical mit jeder Menge schrägen Gesangs- und Tanzeinlagen. Da schmettert ein Toter im Sarg eine Schnulze, Touristen geniessen es, stilecht ausgeraubt zu werden, und erschossene Gangster auferstehen und singen im Chor. Die umwerfende Mischung aus Gangsterfilmparodie und Melodram erhielt zahlreiche Auszeichnungen, darunter fünf David di Donatello-Preise und vier Golden Ciak-Preise u.a. in den Kategorien Bester Film, Beste Regie, Beste Filmmusik und für die Schauspieler.

Jeder Film, den wir machen, ist wie ein Sprung mit verbundenen Augen. Instinktiv wählen wir eine Geschichte aus und stürzen uns dann kopfüber hinein. Oft müssen wir uns auf unsere Fantasie verlassen. Dieser Leichtsinn war der Antrieb für "Ammore e malavita". Hat ein Camorra-Killer eine Frau umzubringen, die sich als seine grosse Jugendliebe entpuppt, sprechen wir dann von Liebe oder von Verbrechen? Von diesem Dilemma sind wir ausgegangen; die Geschichte hat sich danach wie von selbst entwickelt. Die Lieder begleiten die wichtigsten und emotionalsten Momente des Films: Küssen sich zwei, wird gesungen, aber auch während einer Schiesserei. Die Form des Musicals hat es uns ermöglicht, Grenzen leichtfüssig und spektakulär zu überschreiten. Die Stadt Neapel war unsere grosse Inspirationsquelle. Unser Neapel ist mehr als die düstere und verzweifelte Stadt, wie wir sie aus Film und Fernsehen kennen. Unser Neapel ist eine Stadt, die trotz aller Probleme dank ihrer Menschlichkeit unheimlich inspiriert. Bei jedem Besuch in Neapel müssen wir schmunzeln. Das ist eine unvergleichliche Kraft.
Manetti Bros.

Der Film der Manetti Bros., der als Transgender-Film entstand, mischt die neapolitanische Unterwelt perfekt mit dem Musical und sogar mit dem Melodram. Der beste italienische Film beim Festival in Venedig erobert das Publikum mit Witz und Tempo und haucht dem italienischen Filmschaffen, das oft zu erstarren droht, neues Leben ein. Der Film ist unglaublich einfallsreich und holt alte Gattungen mit einer neuen und sehr unterhaltsamen Verbindung aus der Versenkung.
Maurizio Porro, Corriere della Sera

Die unbekümmerten und anti-intellektuellen Manetti Bros. haben nie einen Hehl daraus gemacht, dass sie Filme machen, um sich und andere zu unterhalten. Eine sympathische und erfrischende Haltung. Die besten Momente dieses überschwänglichen und farbenfrohen Films, der in Venedig begeistert aufgenommen wurde, konzentrieren sich aufs Erzählen. Dabei kommt das typisch Neapolitanische und die gute Schauspielerauswahl voll zum Zug: die quirlige Serena Rossi, der gewinnende Giampaolo Morelli, der Killer Raiz, Sänger der neapolitanischen Musikgruppe Almamegretta, und vor allem Claudia Gerini und Carlo Buccirosso als umwerfendes Gaunerpaar.
Alessandra Levantesi Kezich, La Stampa

"Ammore e malavita" ist eine grossartige Mischung aus neapolitanischem Drehbuch und amerikanischem Musical (die Strasse ist die Bühne). Der Drehort ist nach "Song 'e Napule" wieder Neapel. Und die Manetti Bros. beweisen einmal mehr, dass sie die Seele und die Stimmungen dieser Stadt genau zu treffen vermögen, indem sie Realismus, Traum und filmische Zitate vermischen.
Roberto Nepote, La Repubblica

Marco Manetti (1968, Rom), Antonio Manetti (1970, Rom). Nach Arbeiten im Theater und mit Videoclips geben die Brüder 1995 ihr Filmdebüt mit "Consegna a domicilio", einer Episode des Films "DeGenerazione". Die Kritik wird 1997 durch den Film "Torino Boys" auf sie aufmerksam. Es folgen "Zora la vampira" (2000) und "Piano 17" (2005). 2006 präsentieren sie die Fernsehserie "L'ispettore Coliandro", die in den folgenden Jahren erfolgreich weiterläuft. Nach "L'arrivo di Wang" (2011) und "Paura" (2012), drehen sie 2014 "Song 'e Napule" und 2017 "Ammore e malavita", Preisträger des David di Donatello als bester Film.

Regie: Antonio Manetti & Marco Manetti
Drehbuch: Antonio Manetti, Marco Manetti, Michelangelo La Neve
Kamera: Francesca Amitrano
Schnitt: Federico Maria Maneschi
Ausstattung: Noemi Marchica
Musik: Pivio, Aldo De Scalzi
Produktion: Carlo Macchitelli, Antonio Manetti, Marco Manetti für Madeleine, Manetti Bros. Film
Darsteller: Giampaolo Morelli (Ciro), Serena Rossi (Fatima), Claudia Gerini (Donna Maria), Carlo Buccirosso (Don Vincenzo), Raiz (Rosario), Franco Ricciardi (Gennaro), Antonio Buonuomo, Ivan Granatino, Andrea D'Alessio, Pino Mauro, Antonino Iuorio, Rosalia Porcaro
Italien 2017, 134 Minuten, italienische Originalfassung mit deutschen Untertiteln

Napoli. Ciro è un temuto killer. Insieme a Rosario è una delle due 'tigri' al servizio di don Vincenzo, 'o' re do pesce', e della sua astuta moglie, donna Maria. Fatima è una sognatrice, una giovane infermiera. Due mondi in apparenza così distanti, ma destinati a incontrarsi. Una notte Fatima si trova nel posto sbagliato nel momento sbagliato. A Ciro viene dato l'incarico di sbarazzarsi di quella ragazza che ha visto troppo. Ma le cose non vanno come previsto. I due si trovano faccia a faccia, si riconoscono e riscoprono, l'uno nell'altra, l'amore mai dimenticato della loro adolescenza. Per Ciro c'è una sola soluzione: tradire don Vincenzo e donna Maria e uccidere chi li vuole uccidere. Nessuno può fermare l'amore.

Quando facciamo un film ci buttiamo come fosse un salto ad occhi bendati. Scegliamo una storia con l'istinto e ci saltiamo dentro. Spesso l'istinto ci porta in strade poco percorse, senza tracce da seguire, e quindi non ci resta che lavorare con la fantasia. Questa incoscienza è stato il motore che ci ha portato ad "Ammore e malavita". Se un killer della camorra deve uccidere una donna e riconosce in lei l'amore della sua adolescenza parliamo d'amore o di malavita? Ecco siamo partiti di qui e poi la storia ci è venuta dietro, quasi da sola. Le canzoni accompagnano i momenti fondamentali ed emotivamente più forti: si canta quando due personaggi stanno per baciarsi, ma anche durante una sparatoria. Il musical ci ha permesso di andare sopra le righe affrontando temi importanti con un tono leggero e spettacolare. E la città di Napoli è stata la nostra ispirazione. La nostra Napoli non è solamente la città cupa e disperata che si racconta spesso al cinema o in tv, ma anche una Napoli che, malgrado tutti i problemi, ispira con la sua carica di umanità. Ogni volta che ci torniamo ci è inevitabile sorridere. Quale che sia il nostro stato d'animo. Un potere ineguagliabile.
Manetti Bros.

Scanzonati e anti-intellettualistici, i Manetti Bros non hanno mai nascosto di far cinema per divertirsi e divertire; un'attitudine simpatica e rinfrescante, il cui contraltare è il rischio di appiattire i loro film su un registro di facile parodia. Laddove questo film esuberante e colorato, festosamente accolto al festival di Venezia, trova il suo meglio è quando si concentra sul racconto, facendo tesoro della sua napoletanità e di un indovinato cast. La vivace Serena Rossi, l'accattivante Giampaolo Morelli, il sicario Raiz, voce degli Almamegretta; e Claudia Gerini / Carlo Buccirosso, coppia malavitosa al top.
Alessandra Levantesi Kezich, La Stampa

Nato come transgender, mescolando la napoletanità della malavita al musical, al mélo in perfetta sintesi, il film dei Manetti, il miglior titolo italiano in programma al festival di Venezia, conquista per lo spirito con cui si aprono, con i tempi di un film vero, pagine inedite su un cinema italiano morto di inerzia. E il film è immaginifico quanto basta per ricreare generi sepolti ma che tornano in un contesto di rielaborazione divertentissimo.
Maurizio Porro, Corriere della Sera

"Ammore e malavita" è un talentuoso ibrido di sceneggiata napoletana e musical all'americana (il palcoscenico è la strada). Di nuovo nella città partenopea, dopo "Song'e Napule", i romani Manetti Bros mostrano di saperne cogliere l'anima e i sapori mischiando realismo, sogno, citazioni cinematografiche.
Roberto Nepoti, la Repubblica

Marco Manetti (1968, Roma), Antonio Manetti (1970, Roma). Dopo aver lavorato in teatro e aver diretto videoclip musicali, fra gli altri per Alex Britti, Mitte e Max Pezzali, esordiscono nel cinema nel 1995 con "Consegna a domicilio", episodio del film "DeGenerazione", segnalandosi all'attenzione della critica nel 1997 con "Torino Boys". Seguono "Zora la vampira" (2000) e "Piano 17" (2005). Nel 2006 creano la serie televisiva "L'ispettore Coliandro", che prosegue con successo gli anni seguenti. Dopo "L'arrivo di Wang" (2011) e "Paura" (2012), nel 2014 girano "Song 'e Napule", a cui segue nel 2017 "Ammore e malavita", vincitore del David di Donatello come miglior film.


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COME UN GATTO IN TANGENZIALE - WIE EINE KATZE AUF DER STADTUMFAHRUNG > > Trailer
von / di Riccardo Milani

Der eifrige Wissenschafter Giovanni berät die EU bei der multiethnischen Integration. Zusammen mit seiner 14jährigen Tochter Agnese lebt er in einer schmucken Römer Altstadtwohnung. Ganz anders sieht der Alltag von Monica aus, die wegen der Automatisierung ihre Arbeit als Kassiererin in einem Supermarkt verloren hat. Sie lebt mit ihrem ebenfalls 14jährigen Sohn Alessio und ihren kleptomanischen Halbschwestern in einem heruntergekommenen Wohnblock am Stadtrand, in dem tagtäglich Konflikte multiethnischer Natur ausgefochten werden. Unverhofft kreuzen sich die Wege von Giovanni und Monica, weil sich ihre Kinder, Agnese und Alessio, ineinander verliebt haben. Monica und Giovanni mit ihren Vorurteilen gegenüber der Welt des Anderen verbindet nur eines: Die Beziehung zwischen Agnese und Alessio muss so schnell wie möglich enden, so schnell wie das Leben einer Katze auf der Stadtumfahrung.
Aberwitzig turbulente und vom italienischen Kritikerverband ausgezeichnete Komödie, die in Italien ein grosser Publikumserfolg war. Die grandiosen Hauptdarsteller Antonio Albanese und Paola Cortellesi, zwischen denen die Funken nur so sprühen, erhielten 2018 den Golden Ciak Award.

Für mich entsteht jeder Film aus dem Wunsch, mit anderen eine Geschichte zu teilen. Bei diesem Film war die Erzählung für mich befreiender denn je. Als Vater von drei Töchtern kenne ich die menschlichen Abenteuer nur allzu gut, die Giovanni und Monica erleben. Alle Eltern haben, ob sie es wollen oder nicht, eine Vorstellung ihrer Kinder und stellen dann fest, dass die Kinder in Wirklichkeit ganz anders sind. Auch die Welt, in der sie leben, ist ganz anders: ihre Freunde, ihre Leidenschaften und meist auch ihre Liebesbeziehungen. Das ist eine grosse Chance für uns. Dank unserer Kinder sind wir gefordert, uns mit dem Anderen auseinanderzusetzen. Der Film erzählt von dieser Chance, sich mit jenen auseinanderzusetzen, die uns aufgrund der sozialen Schicht, der Kultur oder der Staatsangehörigkeit fern sind. Das stellt unser Wertesystem in Frage, schenkt uns aber einen Luxus, der uns beängstigt: uns zu verändern, oder besser, uns zu verstehen. Oder vielleicht noch besser, uns erst kennenzulernen, bevor wir uns äussern und bevor wir urteilen. In einem Land wie dem heutigen Italien, das kulturell und sozial geteilt ist, dürfte es wichtig sein, sich die Mühe zu machen, die Anderen und ihre Beweggründe wirklich zu verstehen.
Riccardo Milani

Was für ein Paar, Paola Cortellesi und Antonio Albanese in "Come un gatto in tangenziale"! Ein wahnsinnig witziger Film, in dem es viel zu lachen gibt. Und zwar von Anfang an. Da entdeckt Giovanni, dass seine Tochter mit Alessio zusammen ist, einem mit Totenköpfen, Tattoos und Nieten übersäten Typen. Riccardo Milani baut seinen achten Film auf einer bizarren Begegnung und dem Aufeinanderprallen zweier völlig unterschiedlicher Welten auf. Das Rom der Wohlhabenden und Intellektuellen in der Altstadt gegen den zersplitterten, vulgären und heruntergekommenen Stadtrand, die gute Erziehung gegen das Proletenhafte, die gewählte Ausdrucksweise gegen das Laute und Zotige, der Tennisklub einerseits und das Kicken im heruntergekommenen Innenhof andererseits. Der Film deutet indes an, dass das angeblich Gute und Böse nicht so sind, wie wir sie wahrnehmen und wie es scheint. Wer weiss, ob die beiden Welten länger zusammenleben können, als - so der Filmtitel - eine Katze auf einer viel befahrenen, lauten Stadtumfahrung überlebt. Vielleicht geht es ja doch. Und Monica und Giovanni entdecken womöglich, dass der Unterschied zwischen ihnen gar nicht so gross ist.
Claudio Trionfera, Panorama

Riccardo Milani (1958, Rom). Seine Erfahrungen im Bereich Film sammelt er als Regieassistent bei Mario Monicelli, Nanni Moretti und Daniele Luchetti. 1997 stellt er mit "Auguri professore" sein Regiedebüt vor. Es folgen "La guerra degli Antò" (1999), "Il posto dell'anima" (2003) und "Piano, solo" (2007). Seine jüngsten Filme sind "Benvenuto Presidente!", "Scusate se esisto!", "Mamma o papà?" und "Come un gatto in tangenziale". Er führt in zahlreichen Fernsehfilmen und -serien Regie; dazu zählen "La omicidi", "Il sequestro Soffiantini", "Cefalonia", "Tutti pazzi per amore", "Una grande famiglia", "Volare - La grande storia di Domenico Modugno".

Regie: Riccardo Milani
Drehbuch: Furio Andreotti, Giulia Calenda, Paola Cortellesi, Riccardo Milani
Kamera: Saverio Guarna
Schnitt: Patrizia Ceresani, Francesco Renda
Ausstattung: Maurizia Narducci
Musik: Andrea Guerra
Produktion: Mario Gianani, Lorenzo Mieli, Lorenzo Gangarossa für Wildside, Vision Distribution
Darsteller: Paola Cortellesi (Monica), Antonio Albanese (Giovanni), Sonia Bergamasco (Luce), Luca Angeletti (Giulio), Antonio D'Ausilio (Francesco), Alice Maselli (Agnese), Simone De Bianchi (Alessio), Claudio Amendola (Sergio)
Italien 2018, 98 Minuten, italienische Originalfassung mit deutschen Untertiteln

Giovanni, intellettuale impegnato e profeta dell'integrazione sociale, vive nel centro storico di Roma. Monica, ex cassiera del supermercato, con l'integrazione ha a che fare tutti i giorni nella periferia dove vive. Non si sarebbero mai incontrati se i loro figli non avessero deciso di fidanzarsi. Monica e Giovanni, con i loro spietati pregiudizi sulla classe sociale dell'altro, sono le persone più diverse sulla faccia della terra, ma hanno un obiettivo in comune: la storia tra i loro figli deve finire. Per portare a termine il comune proposito, i due cominciano, loro malgrado, a frequentarsi e a entrare l'uno nel mondo dell'altro. E improvvisamente qualcosa tra di loro cambia. Entrambi capiscono di non poter fare a meno uno dell'altra anche se forse la loro storia durerà come 'un gatto in tangenziale'.

Ogni film per me nasce dal desiderio di condividere una storia. Forse mai come in questo film raccontarla è stato per me divertente e liberatorio. Perché, da padre di tre figlie, l'avventura umana che vivono i nostri protagonisti, Giovanni e Monica, è qualcosa che conosco bene. In fondo ogni genitore, anche senza volerlo, si costruisce, giorno dopo giorno, un'idea dei propri figli per poi accorgersi ad un tratto che loro, in realtà, sono diversi. E che magari anche il mondo in cui vivono è un altro. Le loro passioni, i loro amici e spesso anche i loro amori. Ed è una grande opportunità perché, grazie ai nostri figli, siamo costretti a misurarci con l'altro. Il film racconta questa opportunità, quella di confrontarci direttamente con chi è lontano da noi per classe sociale, cultura o nazionalità, mettendo in discussione le nostre sicurezze e permettendoci così un lusso che sempre più ci fa paura: quello di cambiare. O forse meglio, quello di capire. O forse, ancora meglio, quello di sapere prima di parlare e giudicare. In un paese culturalmente e socialmente spaccato in due come l'Italia di oggi può essere importante fare lo sforzo di capire, conoscendole realmente, le ragioni degli altri.
Riccardo Milani

Che coppia Paola Cortellesi e Antonio Albanese in "Come un gatto in tangenziale"! Una commedia spassosa, spesso esilarante. In cui si ride molto. Da subito. Da quando Giovanni scopre che la figlia s'è fidanzata con Alessio, uno tutto teschi, tatuaggi e chiodi. Riccardo Milani costruisce il suo ottavo film su un bizzarro crepitante incontro-scontro di mondi e di persone, di ricchi e di poveri. La Roma di un centro storico agiato e intellettuale e la periferia scheggiata, volgare e degradata, la buona educazione e la zoticaggine, il parlare educato e sottovoce e lo sghignazzo sgangherato, il circolo del tennis e i calci alla palla in un cortile scrostato. Ma non è detto, suggerisce poi il film, che il meglio e il peggio corrispondano all'evidenza dei fatti e della loro percezione, e chissà se l'incontro tra i due mondi, realizzandosi, durerebbe davvero quanto presagisce il titolo, il tempo di vita d'un gatto su una tangenziale rombante e sferragliante di gomme, metalli e motori. Magari no. Monica e Giovanni, alla fine, potrebbero scoprire che la distanza tra loro non è poi così siderale.
Claudio Trionfera, Panorama

Riccardo Milani (1958, Roma). Si accosta al cinema come aiuto regista di Mario Monicelli, Nanni Moretti e Daniele Luchetti, prima di esordire nel 1997 con "Auguri professore", seguito da "La guerra degli Antò" (1999), "Il posto dell'anima" (2003) e "Piano, solo" (2007). Dirige anche numerosi film e serie televisive, fra cui "La omicidi", "Il sequestro Soffiantini", "Cefalonia", "Tutti pazzi per amore", "Una grande famiglia", "Volare - La grande storia di Domenico Modugno". I film più recenti sono "Benvenuto Presidente!", "Scusate se esisto!", "Mamma o papà?" e "Come un gatto in tangenziale".

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L'EQUILIBRIO - IM GLEICHGEWICHT > > Trailer
von / di Vincenzo Marra

Don Giuseppe, ein Priester aus der Region Kampanien, arbeitet in einer kleinen Gemeinde in Rom. Nach einer Glaubenskrise bittet er den zuständigen Bischof um Versetzung in eine Gemeinde seiner Heimat. Dort wird er Don Antonio ersetzen, einen charismatischen und wortgewandten Pfarrer, der von allen geschätzt und geachtet wird, dies nicht zuletzt, weil er gegen eine Giftmülldeponie kämpft, die die Menschen erkranken lässt. Bevor Don Antonio geht, führt er Giuseppe in die harte Realität des Stadtviertels ein. Später und auf sich allein gestellt, versucht Giuseppe, den Menschen seiner Gemeinde auf jede erdenkliche Art zu helfen. Umgehend stellt sich ihm die organisierte Kriminalität in den Weg, die den Ort fest im Griff hat. Doch Don Giuseppe gibt nicht auf und setzt seinen Weg mit Mut und Ausdauer fort.

Ein bestechender Film, in dem Regisseur Vincenzo Marra für Don Giuseppe Partei ergreift und gleichzeitig Verständnis zeigt für die Kompromissbereitschaft von Don Antonio.

Der Film entstand aus der Begegnung zweier Männer, zweier Priester, die ihren Auftrag auf gegensätzliche Weise leben. Er erzählt vom Dilemma, in einer Welt das Richtige zu tun, die von Gott und den Menschen verlassen zu sein scheint. Auf der einen Seite Antonio, der versucht, Gutes zu tun und diejenigen zu schützen, die in dieser Welt leben. Aber er ist gezwungen, zwischen seinem Gewissen und der Realität Kompromisse einzugehen. Auf der anderen Seite Giuseppe, der angesichts seiner Bildung, seines Charakters und seines Gewissens nicht in der Lage ist, die Augen zu verschliessen. Giuseppe ist ein furchtloser Mann; der Glaube ist sein Licht. Wie alle Menschen ist auch er Zweifeln und Versuchungen ausgesetzt, doch lässt er sich durch nichts und niemanden beirren.
Wir leben in einer Zeit, in der uns die Angst lähmt, Tag für Tag haben wir Angst vor der Zukunft, Angst, zu enttäuschen und enttäuscht zu werden, Angst, allein zu bleiben, Angst vor dem Urteil der Anderen, Angst, unseren Widerspruch kundzutun. Vielmehr noch haben wir Angst vor Situationen, die uns überfordern, wie Krankheit oder Tod. Don Giuseppe will weder Märtyrer sein noch Jesus nacheifern. Er will lediglich vorwärtsgehen und ohne Angst und alle Konsequenzen auf sich nehmend ein Kind retten. Der Film bietet weder Lösungen noch Sicherheit, er stellt keinen Anspruch auf Wahrheit. Vielmehr lädt er zu Zweifel und Diskussionen ein.
Vincenzo Marra

Neunzig Minuten, um vom Schmerz einer geliebten, gehassten und unverstandenen Heimat zu erzählen, aber auch um die Hoffnung sichtbar zu machen, die vom Mut eines Pfarrers ausgeht. Die Erzählung des neapolitanischen Regisseurs ist nüchtern, sachlich und immer messerscharf. Der Film entstand aufgrund vieler Proben und wurde in Plansequenzen gedreht, die die Geschichte von Don Antonio erzählen. Den Dreharbeiten gingen Recherchen des Regisseurs zur Arbeit von Pfarrern in dieser Gegend voraus. Die Angst zieht sich wie ein roter Faden durch die ganze Handlung. Die Angst vor der Zukunft, die Angst, die Dinge beim Namen zu nennen. Das ist einer der Vorzüge des Films von Marra, der schlicht, unverblümt und nie ideologisch ist.
Fulvio Fulvi, Avvenire

Schaut man sich den Film "L'equilibrio" von Vincenzo Marra über den schmerzvollen Weg von Don Giuseppe an, der wie Christus zwischen Drohungen und Verzweiflung seinen Weg fortsetzt, so wird klar, dass an manchen Orten nichts einfach ist. Auch nicht, dem Licht Gottes zu folgen. Don Giuseppe - während des ganzen Films in Plansequenzen zu sehen - ist eine energische und leidende Figur, die, wie der ganze Film von Marra, einen tiefen Eindruck hinterlässt.
Fulvia Caprara, La Stampa

Vincenzo Marra (1972, Neapel). Seine Filmlaufbahn beginnt im Jahr 1996, in dem er seine Tätigkeit als Sportfotograf aufgibt. Er arbeitet als Regieassistent von Mario Martone und legt mit den Kurzfilmen "Una rosa prego" und "La vestizione" seine ersten Regiearbeiten vor. Sein erster Spielfilm ist "Tornando a casa" (2001). Auf die Dokumentarfilme "Estranei alla massa" und "Paesaggio a sud" folgen die Spielfilme "Vento di terra" (2004) und "L'ora di punta" (2007). Er bleibt dem Dokumentarfilm treu und dreht "58%", "L'udienza è aperta", "Il grande progetto" und "L'amministratore". Im Jahr 2012 stellt er den Spielfilm "Il gemello" fertig, es folgen "La prima luce" (2015) und "L'equilibrio" (2017).

Regie: Vincenzo Marra
Drehbuch: Vincenzo Marra
Kamera: Gianluca Laudadio
Schnitt: Luca Benedetti, Arianna Zanini
Ausstattung: Flaviano Barbarisi
Musik: Carlo Crivelli
Produktion: Luigi Musini, Olivia Musini, Cesare Apolito, Renato Ragosta für Cinemaundici, Lama Film, Rai Cinema, Ela Film
Darsteller: Mimmo Borrelli (Don Giuseppe), Roberto Del Gaudio (Don Antonio), Giuseppe D'Ambrosio (Saverio), Autilia Ranieri (Antonietta), Lucio Giannetti (Gaetano), Francesca Zazzera (Assunta), Astrid Meloni (Veronica)
Italien 2017, 90 Minuten, italienische Originalfassung mit deutschen Untertiteln

Giuseppe, un sacerdote campano già missionario in Africa, opera in una piccola diocesi di Roma. Messo in crisi nella sua fede, chiede al vescovo di essere trasferito in un comune della sua terra. Qui prenderà il posto del parroco del quartiere, Don Antonio, un uomo dal grande carisma e dalla magnifica eloquenza, ascoltato e rispettato da tutti. Prima di partire, Don Antonio introduce Giuseppe nella dura realtà del quartiere. Una volta rimasto solo, il sacerdote si impegna, cercando di aiutare in tutti i modi la comunità, fino a quando scopre la scomoda realtà di quel luogo. Giuseppe decide di seguire la sua strada senza paura, con tenacia e coraggio, scontrandosi con un mondo spietato che lo metterà spalle al muro.

Il film nasce intorno all'idea dello scontro fra due uomini, due sacerdoti, che vivono la loro missione in modo opposto e racconta il dilemma su qualche sia la cosa giusta da fare in una terra che sembra abbandonata da Dio e dagli uomini. Da una parte c'è Antonio, che cercando di fare del bene e di proteggere chi vive in quel mondo, è costretto a scendere a compromessi con la propria coscienza, con la realtà delle cose. Dall'altra parte, invece, c'è Giuseppe che per formazione, anima e coscienza, non riesce a chiudere gli occhi. Giuseppe è un uomo che non ha paura, la sua luce è la fede. Come tutti, però, è pervaso da dubbi e tentazioni, ma non si fa mettere in crisi da niente e da nessuno. Viviamo un momento dove nella quotidianità siamo bloccati dalla paura, ogni giorno di più abbiamo paura del futuro, di deludere e di rimanere delusi, di rimanere da soli, del giudizio degli altri, di dover esprimere il nostro dissenso, figuriamoci il dover affrontare situazioni molto più grandi di noi come le malattie, in definitiva la morte. Don Giuseppe non cerca il martirio, non vuole emulare Gesù, ma semplicemente va avanti e pur di salvare una bambina è pronto a subirne le conseguenze senza paura. Il film non offre soluzioni né certezze, non ha una verità, ma apre al dubbio e alla discussione.
Vincenzo Marra

Novanta minuti per raccontare il dolore di una terra amata, odiata, non capita, ma anche per evocare la speranza che scaturisce dal coraggio di un prete. Una narrazione pulita, essenziale e a tratti tagliente, quella del regista partenopeo Vincenzo Marra. Il film è girato senza sceneggiatura e in presa diretta, a forza di prove e prove con piani sequenza che seguono sin dall'inizio tutte le vicende di don Antonio. Le riprese sono state precedute per la stesura del progetto da un'indagine che il regista ha svolto per più di un anno sul territorio, ascoltando e rapportandosi con i preti che vi lavorano. C'è come un filo conduttore in tutta la trama: la paura. Paura del futuro, la paura di dover dire le cose come stanno. È uno dei pregi del film di Marra, schietto, genuino, mai ideologico.
Fulvio Fulvi, Avvenire

Seguendo nel film di Vincenzo Marra "L'equilibrio" il doloroso percorso di Don Giuseppe, quasi un Cristo che avanza tenace tra minacce e disperazione, si capisce che in certi luoghi niente è semplice, nemmeno seguire la luce di Dio. Inquadrato dall'inizio alla fine del film, in lunghi piani sequenza, Don Giuseppe, con il suo carico di energia e sofferenza, è una figura drammatica che lascia un segno profondo. Come il film di Marra.
Fulvia Caprara, La Stampa

Vincenzo Marra (1972, Napoli). Si dedica al cinema nel 1996, lasciando l'attività di fotografo di sport, ed esordisce come regista con i corti Una rosa prego e La vestizione, dopo aver lavorato come aiuto regista con Mario Martone. Del 2001 è il suo primo film, Tornando a casa. Dopo i documentari "Estranei alla massa" e "Paesaggio a sud", nel 2004 dirige "Vento di terra" e nel 2007 "L'ora di punta". Parallelamente prosegue l'attività di documentarista con "58%", "L'udienza è aperta", "Il grande progetto" e "L'amministratore". Del 2012 è il film "Il gemello", a cui seguono "La prima luce" (2015) e "L'equilibrio" (2017).

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TARANTA ON THE ROAD > > Trailer
von / di Salvatore Allocca

Kurz nach dem Arabischen Frühling 2011 erreichen Amira und Tarek, zwei tunesische Migranten, die nichts gemeinsam haben, in Apulien die italienische Küste. Zufällig lernen die beide die Musikband "Die Evangelisten" kennen, die für ein Butterbrot an Volksfesten und Hochzeiten aufspielt. Die drei Bandmitglieder halten die beiden Tunesier für ein Paar, das ein Kind erwartet, und entscheiden sich, ihnen zu helfen, die Grenze nach Frankreich zu erreichen. Die gemeinsame Reise, die Liebe, die unsichere Zukunft und der Wunsch, den eigenen Weg zu finden, schenken allen fünf eine Erfahrung, die ihre Leben womöglich für immer verändern wird.

Es geht mir um den Gegensatz zwischen Hoffnungen und Träumen einerseits und dem Leben andererseits. Dieser Gegensatz lässt uns manchmal vergessen, wie wichtig es ist, den Augenblick zu leben - immer und in jedem Fall. Das erleben auch die Protagonisten des Films. Auf der einen Seite Amira und Tarek aus Tunesien, die sich Selbstbestimmung zum Ziel gesetzt haben, und Giovanni, Luca und Matteo auf der anderen Seite, drei Italiener Anfang vierzig, deren Erfolg als Musiker auf sich warten lässt. Alle haben sie vergessen zu leben.
"Taranta On The Road" ist mehr als ein Film über Migration; er geht gesellschaftliche Themen an und ist zugleich Roadmovie, Musikfilm und romantische Komödie. Der Film nimmt das Publikum mit auf eine Reise reich an Ereignissen, Klängen und Farben, die die Geschichte tiefgreifend und bewegend machen. Der Film bietet keine Wundermittel gegen die Existenzkrise unserer Zeit, vielmehr versucht er zu verdeutlichen, dass sich das Leben nur dann lohnt, wenn man es mit Mut und vollem Einsatz lebt.
Salvatore Allocca

Der Film erzählt vom Misstrauen zwischen den Musikern (die Gruppe ist voller latenter Spannungen, Geheimnisse und Zentrifugalkräfte) und zwischen Amira und Tarek (die tun so, als wären sie ein Paar, obwohl sie sich nicht besonders leiden können). Letztendlich ist der Film eine aufrichtige Hommage an die Solidarität in Italien (besonders im Stiefelabsatz, eine Gegend, die seit jeher offen ist für Begegnungen zwischen Kulturen) sowie ein Hoch auf die Musik, die leichter als tausend Worte in die Seele eindringt. In der vielleicht schönsten Szene befreit sich die Tunesierin Amira von ihrer Vergangenheit, indem sie den traditionellen Pizzica tanzt, so wie die Frauen im Salento früher mit dem Tanz ihren Schmerz aus dem Innersten hervorholten. Toller Cast. Das ist Kino von grosser Menschlichkeit, Intelligenz und Kultur.
Francesco Alò, Il Messaggero

Der Film beginnt - wie der Titel verspricht - als Roadmovie und wandelt sich im Lauf der Handlung zur romantischen Komödie. Mit seiner enthemmenden Wirkung setzt der traditionelle Pizzica-Tanz in allen Protagonisten verborgene Wünsche und Gefühle frei. Salvatore Alocca hat einen liebenswerten Film gedreht, der auch Themen wie Immigration oder Homosexualität mit Leichtigkeit angeht, ohne dabei je zynisch oder oberflächlich zu sein. Zumal auch das erwartete Happy End einen leicht bitteren Beigeschmack erhält.
Roberto Nepoti, la Repubblica

Salvatore Allocca (1983, Rom). Nach dem Abschluss in Literaturwissenschaft gründet er 2006 die Produktionsfirma Vega's Project und gibt mit dem Kurzfilm "Crackers" sein Regiedebüt. Es folgen die Dokumentarfilme "Il mito di Eleonora d'Arborea", "Berenice, la principessa giudea" und 2011 "L'incantatore di serpenti, la vita senza freno di Gian Carlo Fusco". Im gleichen Jahr dreht er seinen ersten Spielfilm, die Komödie "Come trovare nel modo giusto l'uomo sbagliato". "Taranta On The Road" ist sein zweiter Kinofilm.

Regie: Salvatore Allocca
Drehbuch: Emiliano Corapi, Salvatore Allocca, Amara Lakhous, Luca De Benedittis
Kamera: Federico Annicchiarico
Schnitt: Gemma Barbieri
Ausstattung: Michele Modafferi
Musik: Stefano Lentini
Produktion: Salvatore Allocca, Daniele Esposito, Giacobbe Gamberini, Andrea Petrozzi für Vega's Project, Marvin Film, Emma Film
Darsteller: Nabiha Akkari (Amira), Helmi Drid (Tarek), Alesiso Vassallo (Luca), Giandomenico Cupaiuolo (Giovanni), Emmanuele Aita (Matteo), Bianca Nappi (Teresa), Annarita Del Piano
Italien 2017, 80 Minuten, italienische Originalfassung mit deutschen Untertiteln

All'indomani della Primavera araba del 2011, Amira e Tarek, due migranti tunisini senza niente in comune, raggiungono la costa italiana. Per caso, si ritrovano entrambi a chiedere aiuto ad una band musicale salentina, alla ricerca del successo tra sagre e matrimoni, che li scambia per una coppia in attesa di un figlio, decidendo così di aiutarli a raggiungere la Francia. Il viaggio, la paura, l'amore, l'incertezza del futuro e il desiderio di trovare la propria strada, uniranno tutti in un'esperienza unica che, forse, cambierà per sempre le loro vite.

Partendo dall'attualità del fenomeno migratorio, "Taranta On The Road" ha come tema il conflitto tra ambizioni e sogni e la vita, un conflitto che porta talvolta a dimenticare quanto è importante saper cogliere la vita al volo, sempre e comunque. Come, appunto, accade ai protagonisti, i tunisini Amira e Tarek, da un lato, che inseguono un difficile obiettivo di emancipazione, e Giovanni, Luca e Matteo, dall'altro, tre italiani sulla soglia dei quaranta che in attesa del successo che non è mai arrivato, si sono dimenticati di vivere. "Taranta On The Road", dunque, non è solo un film sull'immigrazione, ma vuol essere qualcosa di più, e si apre a temi di respiro più ampio, spaziando dal film d'impegno sociale al road movie, dal film musicale alla commedia romantica, puntando a trasportare lo spettatore in un frenetico susseguirsi di accadimenti, suoni e colori che rendono la storia intensa, emozionale e rutilante. Un film che non mostra rimedi miracolistici contro la crisi esistenziale e di valori che attraversa i nostri tempi ma vuole provare a spiegare che solo mettendosi davvero in gioco, con coraggio, la vita vale la pena di esser vissuta.
Salvatore Allocca

Un film che racconta quanto le diffidenze possano esserci sia tra 'noi' (il gruppo è carico di tensioni latenti, segreti e spinte centrifughe) che tra 'loro' (i tunisini fanno finta di essere coppia quando in realtà nemmeno si sopportano troppo). Non di meno tutto il film è un sincero inno alla solidarietà presente nel nostro essere italiani (specialmente in quel tacco del nostro stivale storicamente aperto a confronto e miscuglio culturale) nonché una celebrazione della musica, in grado di penetrare nell'anima meglio di mille parole (nella scena forse più bella la tunisina si libera ballando la pizzica proprio come quelle salentine del passato pronte a usare la danza per: 'Tirare fuori un dolore che avevano dentro'). Formidabile cast. Questo è un cinema di grande umanità, intelligenza e cultura
Francesco Alò, Il Messaggero

Articolandosi su uno schema on-the-road, come da titolo, il film vira gradualmente in commedia romantica; mentre, complice la 'pizzica' come potente disinibitorio, in ciascun membro della compagnia affiorano sentimenti e desideri. Salvatore Allocca dirige un film gentile, che tocca argomenti seri come l'immigrazione e l'omosessualità (inconfessata) con leggerezza, però senza mai diventare scaltro o superficiale. Tanto che anche l'happy end finale, in fondo atteso, è corretto in extremis da una punta di amarezza.
Roberto Nepoti, la Repubblica

Salvatore Allocca (1983, Roma). Dopo la laurea in Lettere nel 2006 fonda la società di produzione Vega's Project ed esordisce come regista con il corto "Crackers", a cui seguono i documentari "Il mito di Eleonora d'Arborea" e "Berenice, la principessa giudea" e, nel 2011, "L'incantatore di serpenti, la vita senza freno di Gian Carlo Fusco". Lo stesso anno realizza con la commedia "Come trovare nel modo giusto l'uomo sbagliato" il suo primo film. "Taranta On The Road" è il suo secondo film per il cinema.

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TUTTO QUELLO CHE VUOI - ALLES WAS DU WILLST > > Trailer
von / di Francesco Bruni

Der ungeduldige und ungezogene 22jährige Alessandro hängt den ganzen Tag mit seinen Kumpels herum. Widerwillig nimmt er auf Druck seines Vaters den Auftrag an, den 85jährigen Giorgio auf seinen Spaziergängen zu begleiten. Giorgio ist ein längst in Vergessenheit geratener Dichter, der trotz seiner Alzheimer-Krankheit die Würde und die Lebensfreude nicht verloren hat. Tag für Tag kommen sich die beiden näher. Eine Freundschaft bahnt sich an, die Alessandros Sicht aufs Leben verändert und im Gedächtnis des eleganten alten Herrn Erinnerungen aus längst vergangenen Tagen wachruft. Es sind Erinnerungen an einen Schatz, den es nun endlich zu bergen gilt. Giorgio, Alessandro und dessen Freunde brechen auf, in der Toskana diesen Schatz zu suchen. Eine abenteuerliche Reise, die Alessandro eine neue Welt entdecken lässt, einen Reichtum, der sich in seinem Herzen verbirgt.

"Tutto quello che vuoi" ist der neue Film des Regisseurs von "Scialla!", der fürs Tourneefestival CINEMA ITALIANO 2013 ausgewählt war. Altmeister Giuliano Montaldo, der mit "Sacco e Vanzetti" Filmgeschichte schrieb und dessen "L'industriale" ebenfalls in der Tournee 2013 zu sehen war, spielt in der liebevollen Komödie von Francesco Bruni den Dichter Giorgio. Für diese Darstellung erhielt Giuliano Montaldo 2018 einen David di Donatello-Preis.

Vor einigen paar Jahren erkrankte mein Vater an Alzheimer. Das Anfangsstadium der Krankheit bot auch Überraschendes: er verwechselte Namen, sagte Ehrliches oder Unpassendes, was nicht selten zu bewegenden, peinlichen und manchmal auch lustigen Momente führte. Was mich an meinem Vater am meisten beeindruckte, war der fortschreitende Rückzug in die Vergangenheit. In seinem Kopf tauchten längst vergessene Menschen und Ereignisse wieder auf. Die zentrale Episode im Film - die Verfolgungsjagd des amerikanischen Militärs und das erhaltene Geschenk - ist etwas, was mein Vater ab und zu erwähnte, aber nie so genau und detailliert wie nach Ausbruch der Krankheit. Ich versuchte, davon ausgehend eine Geschichte auszudenken, die ansonsten nichts mit meinem Vater und meiner Familie zu tun haben sollte. So vermischt der Film persönliche Erfahrungen und Erlebnisse mit frei Erfundenem. Als ich mit dem Drehbuch fertig war, wurde mir klar, dass ich mit 54 Jahren altersmässig in der Mitte zwischen den beiden Protagonisten der Geschichte angekommen war, die das gleiche Alter haben wie damals mein Vater und mein Sohn. Sicherlich ein Zufall, für mich indes stellt dies eine unvermeidliche Bilanz dar von dem, was war, und von dem, was die Zukunft bringen könnte.
Francesco Bruni

Diesen Film muss man gesehen haben! Mit einer Intelligenz und Sensibilität, wie man sie in der italienischen Komödie kaum mehr sieht, offenbart Francesco Bruni seine Fähigkeit, die Empfindungen seiner Figuren ohne jede Art von moralisch-belehrender Vereinfachung nachvollziehbar zu machen. Ein fester, aber doch sensibler Blick der Protagonisten genügt. Andrea Carpenzano und seine Freunde sind absolut glaubwürdig, Donatella Finocchiaro hat in der Rolle von Claudia einen herausragenden Kurzauftritt. Nicht zuletzt gebührt Bruni das Verdienst dafür, dass er einen Meister des italienischen Kinos, Giuliano Montaldo, für die Rolle des alten Dichters gewinnen konnte. Montaldo stellt den Poeten und dessen Welt perfekt dar und schlägt eine Brücke zwischen der Unvergänglichkeit der Erinnerung und der zerbrechlichen Unwissenheit.
Valerio Caprara, Il Mattino

Francesco Bruni (1961, Rom). Sein Debüt als Drehbuchautor liefert er 1996 mit dem Film "Condominio". Schnell etabliert er sich als einer der erfolgreichsten Autoren des italienischen Films. Insbesondere mit den Regisseuren Paolo Virzì und Mimmo Calopresti verbindet ihn eine enge Zusammenarbeit. Als Autor ist er weiterhin an den Fernsehserien "Il commissario Montalbano" und "Il commissario De Luca" beteiligt und unterrichtet am Centro Sperimentale di Cinematografia in Rom. 2011 präsentiert er mit "Scialla!" sein Regiedebüt. Es folgen "Noi 4" (2014) und "Tutto quello che vuoi" (2017).

Regie & Drehbuch: Francesco Bruni
Kamera: Arnaldo Catinari
Schnitt: Cecilia Zanuso
Ausstattung: Roberto De Angelis
Musik: Carlo Virzì
Produktion: Beppe Caschetto für IBC Movie
Darsteller: Andrea Carpenzano (Alessandro), Giuliano Montaldo (Giorgio), Donatella Finocchiaro (Claudia), Emanuele Propizio (Tommi), Arturo Bruni (Riccardo), Antonio Gerardi, Raffaella Lebboroni, Andrea Lehotska, Riccardo Vitiello, Carolina Pavone
Italien 2017, 106 Minuten, italienische Originalfassung mit deutschen Untertiteln

Alessandro ha 22 anni, ed è un ragazzo ignorante e turbolento; Giorgio di anni ne ha 85 ed è un poeta dimenticato. I due vivono a pochi passi l'uno dall'altro, ma non si sono mai incontrati, finché Alessandro accetta suo malgrado un lavoro come accompagnatore di quell'elegante signore in passeggiate pomeridiane. Col passare dei giorni dalla mente un po' smarrita dell'anziano poeta e dai suoi versi, affiora progressivamente un ricordo del suo passato più lontano: tracce per una vera e propria caccia al tesoro. Seguendole, Alessandro si avventurerà insieme a Giorgio in un viaggio alla scoperta di quella ricchezza nascosta e di quella celata nel suo stesso cuore.

Qualche anno fa mio padre si è ammalato di alzheimer. Gli inizi della malattia - prima che degenerasse - presentavano aspetti anche sorprendenti: la tendenza a confondere le persone, a dire cose sincere e sconvenienti generavano non di rado momenti toccanti, imbarazzanti e - perché no? - anche buffi. Ma l'aspetto che più mi ha colpito era la progressiva regressione verso il passato: nella sua mente prendevano corpo persone e vicende dimenticate. L'episodio centrale di questo film - la fuga appresso ai militari americani e il 'regalo' ricevuto - è per l'appunto uno di questi, a cui mio padre aveva accennato qualche volta, ma che non aveva mai raccontato con la dovizia di particolari come dopo la malattia. Così ho provato ad immaginare una storia che avesse al centro quell'episodio, ma allontanandola da me, da mio padre, e dal mio contesto familiare, con il risultato che il film mette insieme, in maniera abbastanza indistinguibile, vissuto personale ed invenzione romanzesca. Una volta ultimata la sceneggiatura mi sono reso conto che la mia età di allora - 54 anni - si poneva alla stessa esatta distanza fra quelle dei due protagonisti, di 23 e 85 anni. L'età che in quel momento avevano mio padre e mio figlio. Una coincidenza fortuita, magari: ma che inevitabilmente spinge a un bilancio di quello che è stato e quello che potrà essere.
Francesco Bruni

Il film va visto. Con un'intelligenza e una sensibilità rare nella commedia italiana di oggi Francesco Bruni ha una capacità simile a quella di Paolo Virzì di rendere i sentimenti dei suoi personaggi fragranti grazie alla sensibilità e alla fermezza dello sguardo, al rifiuto di ogni forma di semplificazione moralistico-didascalica. La banda degli amici di Andrea Carpenzano comunica una credibilità assoluta e Donatella Finocchiaro, nel ruolo di Claudia, dà vita a un cameo eccezionale, ma Bruni può ascriversi anche il merito di avere ottenuto da un maestro del cinema italiano, Giuliano Montaldo, la perfetta incarnazione dell'anziano poeta, che si fa ponte tra la resistenza della memoria e la fragilità dell'ignoranza.
Valerio Caprara, Il Mattino

Francesco Bruni (1961, Roma). Esordisce come sceneggiatore nel 1996 con il film "Condominio", affermandosi rapidamente come uno degli autori di maggior successo del cinema italiano. Una stretta collaborazione lo lega particolarmente ai registi Paolo Virzì e Mimmo Calopresti. Ha partecipato inoltre come autore alle serie televisive "Il commissario Montalbano" e "Il commissario De Luca" e ha insegnato al Centro Sperimentale di Cinematografia di Roma. Il suo debutto alla regia è avvenuto nel 2001 con "Scialla!", a cui hanno fatto seguito "Noi 4" (2014) e "Tutto quello che vuoi" (2017).

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Programm Deutschschweiz
Cinélibre
Organisiert von Cinélibre, Bern, und Made in Italy, Rom.
Mit Unterstützung des Kulturministeriums Italiens und des Istituto Italiano di Cultura Zurigo.
Unter der Schirmherrschaft der italienischen Botschaft in der Schweiz.