Der pensionierte Rechtsanwalt Lorenzo hat soeben einen Herzinfarkt überlebt. Seit dem Tod seiner Frau lebt er allein und verbittert in einer schönen Altstadtwohnung im Zentrum Neapels. Er versprüht stets schlechte Laune und hat sich einen emotionalen Schutzpanzer zugelegt. Seine erwachsenen Kinder, Elena und Saverio, haben sich von ihm entfernt. Oder hat er sich von ihnen entfremdet?
Im Treppenhaus trifft Lorenzo auf die neue Nachbarin Michela, eine fröhliche junge Frau, die sich ausgesperrt hat und der er hilft, wieder in ihre Wohnung zu gelangen. Zu seinem eigenen Erstaunen geniesst Lorenzo die regelmässigen Begegnungen mit Michela. Auch mit ihrem Ehemann, dem norditalienischen Ingenieur Fabio, freundet sich Lorenzo an und spielt gerne mit den Kindern Bianca und Davide. Doch die neue Harmonie ist von kurzer Dauer. Die gut kaschierte dunkle Seite von Fabio führt ins Unglück. Lorenzo wird sein Leben neu gestalten.
Was ist Zärtlichkeit? Zum Beispiel die Fähigkeit, jemandem ohne besonderen Grund die Hand zu halten. Heutzutage wird es immer schwieriger, miteinander in Kontakt zu treten, obwohl jeder von uns eine Geste der Zärtlichkeit braucht, die uns sagt: 'Ich bin bei dir.' Diese Zärtlichkeit, die uns hilft, wenn wir im Dunkeln tappen. Ist man wie ich über 70 Jahre alt, fühlt man sich gegenüber den Menschen, die einem am nächsten stehen, häufig unsicher. Lorenzo kann sich besser seiner Nachbarin öffnen, die keine Fragen stellt. In ihr findet er seine Tochter wieder, die allerdings einen ganz anderen Charakter hat: sie ist stark und unabhängig und eine alleinerziehende Mutter.
Im Mittelpunkt des Films steht Lorenzos konfliktbeladenes Verhältnis zur Tochter, eine Beziehung, in der es keine Zärtlichkeit mehr gibt. Am Ende erteilt ihm seine Nachbarin Michela eine Lektion fürs Leben, als sie ihm mit Leichtigkeit sagt: 'Vielleicht können Sie Ihre Kinder nicht lieben, jetzt, wo sie gross sind. Sie wünschen sich, dass sie immer klein bleiben, um sie beherrschen zu können. Wenn sie gross sind, muss man seine Kinder auf eine andere Weise lieben. Wir müssen reif sein, damit die Liebe zusammen mit uns reifen kann.'
Gianni Amelio
Da ist die Angst, nicht geliebt zu werden, vor allem aber jene, nicht lieben zu können. Die Kraft und die Zerbrechlichkeit von Gefühlen, die häufig irrational, grausam oder geheimnisvoll sind und die uns in Konflikte mit anderen und mit uns selbst stürzen. Gianni Amelios Film ist eine persönlich gefärbte Aufarbeitung des Romans "La tentazione di essere felici" von Lorenzo Marone, in welcher der Regisseur die Beziehung zwischen Vätern und ihren Kindern reflektiert. Wie in seinen anderen Filmen geht es auch hier um den schwierigen Dialog der Generationen, über den Amelio seine eigenen Erfahrungen als Sohn (sein Vater lebte weit entfernt in Argentinien) und als Elternteil (eines Adoptivkinds) aufgreift. "La tenerezza" ist womöglich der unruhigste seiner bisherigen Filme. Er hat den gleichen Charme wie das Lied im Vorspann: "Mia Fora Thymamai", das die Griechin Arleta in den Sechzigerjahren sang. Kein Ohrwurm, aber mit jener Kraft, die Tore zu einer geheimnisvollen Welt voller Poesie öffnet.
Alessandra De Luca, Avvenire
Der Film handelt von der Angst, die eigenen Gefühle zum Ausdruck zu bringen, und von der Unfähigkeit, die richtigen Worte zu finden. "La tenerezza" ist eine wundervolle Reise in die Welt der Kindheit, in die Gianni Amelio gern zurückkehrt und die er gern dort nachzeichnet, wo sie eigentlich in Vergessenheit geraten zu sein scheint. Natürlich kann es für einen Erwachsenen zur Neurose werden, versteift er sich darauf, ein Kind bleiben zu wollen: aus diesem Grund lauern in dieser Geschichte auch der Schmerz und der Tod. Und aus diesem Grund muss Lorenzo die Hölle durchqueren, um sein Paradies wiederzufinden, um die Erfahrung von Zärtlichkeit machen zu können.
Alberto Crespi, L'Unità
Gianni Amelio (*1945, San Pietro Magisano, Catanzaro). Nach dem Abschluss des Philosophiestudiums arbeitet er in den Sechzigerjahren zunächst als Techniker und später als Regieassistent. Sein Regiedebüt gibt er 1970 mit dem Fernsehfilm "La fine del gioco". Nach "La città del sole" (1973) und "La morte al lavoro" (1978) etabliert er sich mit "Colpire al cuore" (1982), "I ragazzi di Via Panisperna" (1988), "Porte aperte" (1989), "Il ladro di bambini" (1992), "Lamerica" (1994) und "Così ridevano" (1998) als einer der bedeutendsten italienischen Regisseure der Gegenwart. Es folgen "Le chiavi di casa" (2004), "La stella che non c'è" (2006), "Il primo uomo" (2011), "L'intrepido" (2013) und "La tenerezza" (2017).
Regie: Gianni Amelio
Drehbuch: Gianni Amelio, Alberto Taraglio, nach einem Roman von Lorenzo Marone
Kamera: Luca Bigazzi
Schnitt: Simona Paggi
Ausstattung: Giancarlo Basili
Musik: Franco Piersanti
Produktion: Pepito Produzioni
Darsteller: Elio Germano (Fabio), Giovanna Mezzogiorno (Elena), Micaela Ramazzotti (Michela), Greta Scacchi (Aurora), Renato Carpentieri (Lorenzo), Arturo Muselli (Saverio), Giuseppe Zeno (Giulio), Maria Nazionale (Rossana), Hieb Khili, Valerio Comparelli, Fabio Cocifoglia, Bianca Panicci
Italien 2017, 103 Minuten, italienische Originalfassung mit deutschen Untertiteln
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Lorenzo è un anziano avvocato appena sopravvissuto ad un infarto. Vive da solo a Napoli in una bella casa del centro, da quando la moglie è morta e i due figli adulti, Elena e Saverio, si sono allontanati. O è stato lui ad allontanarli? Al suo rientro dall'ospedale, Lorenzo trova sulle scale davanti alla propria porta Michela, una giovane donna solare e sorridente che si è chiusa fuori casa, cui l'avvocato dà il modo di rientrare dal cortile sul retro che i due appartamenti condividono. Quella condivisione degli spazi è destinata a non finire: Michela e la sua famiglia - il marito Fabio, ingegnere del Nord Italia, e i figli Bianca e Davide - entreranno nella vita dell'avvocato con una velocità e una forza che sorprenderanno lui stesso. Ma un evento ancor più inaspettato rivoluzionerà questa nuova armonia, creando forse la possibilità per recuperarne una più antica...
Cos'è la tenerezza? La capacità di tenersi la mano, per esempio, senza bisogno di una ragione. Oggi è sempre più difficile avere un contatto. Invece tutti avremmo bisogno di un gesto di tenerezza. Che ti dice: ti sono vicino. Quella tenerezza che ti aiuta quando brancoli. Lorenzo, nel film, cerca un rapporto con il nipotino, di 10 anni, che rapisce da scuola una mattina. Quando hai passato i 70 anni, come me, spesso ti senti inquieto con le persone che ti sono più vicine. Per Lorenzo è più facile aprirsi con la vicina di casa, che non pone domande. In lei Lorenzo ritrova sua figlia, ma dal carattere diverso: quella vera è forte e autonoma, cresce un figlio da sola. Al centro del film c'è il rapporto tra Lorenzo e questa figlia, che è conflittuale, in cui la tenerezza è assente. Dalla vicina di casa alla fine riceverà una lezione di vita, quando gli dice, con leggerezza: "Forse non sa amare i figli ora che sono grandi. Li vorrebbe sempre piccoli per dominarli. I figli quando diventano grandi vanno amati in un'altra maniera. Bisogna essere maturi perché l'amore maturi insieme a noi".
Gianni Amelio
La tenerezza potrebbe quasi essere un film inglese. La storia è tutta costruita sulla paura di esprimere i propri sentimenti, sull'incapacità di trovare le parole giuste per dirli; e tutto il grande cinema britannico, dal miglior Ken Loach fino a Mike Leigh, racconta proprio questo. La tenerezza è un meraviglioso viaggio nell'infanzia, un mondo nel quale Gianni Amelio ama ritornare e che si diverte a rintracciare anche laddove sembra esser dimenticato. Naturalmente ostinarsi a rimanere bambino, per un adulto, è una nevrosi: per questo nella trama sono in agguato il dolore e la morte, e per questo Lorenzo deve attraversare l'inferno per ritrovare il paradiso; o, meglio, per fare esperienza di un gesto di tenerezza, appunto.
Alberto Crespi, L'Unità
La paura di non essere amati, ma soprattutto quella di non saper amare. La forza e la fragilità dei sentimenti, spesso irrazionali, crudeli, misteriosi, che ci mettono in guerra con gli altri e con noi stessi. Sono questi i temi intorno ai quali ruota il film di Gianni Amelio La tenerezza. Rielaborando in maniera personale il romanzo di partenza, La tentazione di essere felici, di Lorenzo Marone, il regista riflette, come in altri suoi film, sul rapporto tra padri e figli, sul difficile dialogo tra generazioni, facendo i conti con la propria esperienza di figlio (suo padre viveva lontano, in Argentina), oltre che di genitore (adottivo). La tenerezza è forse il suo film più inafferrabile e inquieto. Ha lo stesso fascino della canzone dei titoli di testa, Mia Fora Thymamai, che la greca Arleta cantava negli anni '60, poco orecchiabile, ma capace di schiudere le porte di un mondo misterioso, di forte poesia.
Alessandra De Luca, Avvenire
Gianni Amelio (*1945, San Pietro Magisano, Catanzaro). Dopo la laurea in filosofia, si forma nel cinema negli anni '60 come operatore e poi aiuto regista. L'esordio nella regia è del 1970 con il film televisivo La fine del gioco. Dopo La citta del sole (1973) e La morte al lavoro (1978) si afferma fra i registi italiani più importanti con Colpire al cuore (1982), I ragazzi di Via Panisperna (1988), Porte aperte (1989), Il ladro di bambini (1992), Lamerica (1994) e Così ridevano (1998). Seguono Le chiavi di casa (2004), La stella che non c'è (2006), Il primo uomo (2011), L'intrepido (2013) e La tenerezza (2017).
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