Zwei völlig unterschiedliche Brüder - ein Kinderchirurg und ein Rechtsanwalt - treffen sich einmal im Monat in einem Luxusrestaurant zum Abendessen. Mit dabei sind ihre Ehefrauen, die sich nicht leiden können und daraus auch keinen Hehl machen. Der Kinderchirurg hat einen Sohn, Michele, und der Rechtsanwalt eine Tochter aus erster Ehe, Benedetta. Die beiden Jugendlichen treffen sich häufig. Eines Nachts zeichnet eine Überwachungskamera auf, wie zwei Teenager, ein Junge und ein Mädchen, eine Obdachlose mit Tritten und Schlägen misshandeln. Die Frau fällt schwer verletzt ins Koma. Wenig später werden die Aufnahmen im Fernsehen gezeigt. Obwohl sich die Identität der Teenager nicht feststellen lässt, gelangen die beiden Paare rasch zur Überzeugung, dass ihre eigenen Kinder die Täter sind. Was nun?
Familiengeschichten haben mich schon immer fasziniert, weil sie im Kleinen die Gesellschaft abbilden, in der sie sich zutragen. Meine vorangegangenen Filme "La bella gente" und "Gli equilibristi" handeln vom ruhigen und beschaulichen Leben einer scheinbar ganz normalen und glücklichen Familie, das durch etwas, was von aussen eindringt, einen Riss bekommt. Mit "I nostri ragazzi" hingegen wollte ich einen Schritt weiter gehen: Was geschieht, wenn die Erschütterung direkt aus dem Kern der Familie selbst kommt? Es ist ein Film über versteckte Gewalt, die stets unter Kontrolle gehalten wird, aber schlagartig und aus Versehen aus jedem von uns herausbrechen kann. Als Vater habe ich mich gefragt, bis zu welchem Punkt wir unser Gewissen ignorieren können oder müssen, um unser Glück zu beschützen. Die Logik des Herzens wiederspricht oft der Logik des Gesetzes. Und es besteht ein tiefgreifender Unterschied zwischen dem, was wir sind, und dem Bild, das wir tagtäglich von uns selbst zeichnen.
Ivano De Matteo
Nach "Gli equilibristi" ein neues starkes Drama von Ivano De Matteo, das ihn als einen sensiblen Filmemacher bestätigt, der dem in der Normalität verborgenen Wahnsinn nachspürt. Denn das Böse, so der Regisseur, steckt in uns. Aber natürlich tun wir so, als würden wir es nicht sehen, damit wir glauben können, es sei ausgemerzt. Unter den bemerkenswerten Darstellern findet sich der junge Jacopo Olmo Antinori, der bereits als Hauptdarsteller in Bernardo Bertoluccis "Io e te" zu sehen war. Ein schlicht und einfach sehenswerter Film.
Anna Maria Pasetti, Il Fatto Quotidiano
"I nostri ragazzi" besticht wegen seines besonderen Blickwinkels, aus dem er zwei Lebensstile, zwei Weltanschauungen zeigt. Der gewissenhafte Arzt hat eine gebildete Ehefrau und den versteckten Überlegenheitskomplex eines Mannes, der sich gerecht, politisch korrekt und ethisch überlegen fühlt. Angesichts dieses Paares erscheinen der Bruder und dessen Frau wie das Konzentrat weiblicher Oberflächlichkeit und männlichen Aufsteigertums: zu viel Geld, zu viel Luxus, zu viele Statussymbole. Doch Di Matteo zeigt uns eindrücklich, dass alles eine Täuschung ist. Geht es um heikle Entscheidungen, ist der moralisch Korrektere jener, von dem man es am wenigsten erwartet. Der Film beginnt adrenalingeladen mit einem in eine Tragödie ausufernden Streit unter Autofahrern, lässt das Interesse stetig wachsen und hat ein überraschendes Ende.
Dies verdankt er auch der Schauspielleistung von Alessandro Gassmann, der in Höchstform das innere Drama eines Menschen sichtbar macht, der nicht nur feststellen muss, dass er seine Tochter nicht kennt, sondern der auch die unerträgliche Leere dieses Gefühls erfahren muss. Und ebenso Luigi Lo Cascio, der hervorragend die Psychologie eines Mannes skizziert, der mit der Tat des Sohnes seine eigene Welt in die Brüche gehen sieht. Eine Welt, in die das Böse vermeintlich nicht eindringen kann, in der alles immer nur in guter Absicht geschieht.
Stenio Solinas, Il Giornale
Ivano De Matteo (1966, Rom) ist seit den Neunzigerjahren für Theater, Kino und Fernsehen tätig und arbeitet auch als Schauspieler. 1993 gründet er mit Valentina Furlan die Theaterkompanie Il cantiere und debütiert 1997 mit dem Kurzfilm "Grazietante", auf den "Prigionieri di una fede", "Mentalità Ultras" und "ProvocAzione" folgen, die sich thematisch alle um die Welt des Fussballs drehen. "I nostri ragazzi" ist nach "Ultimo stadio" (2002), "La bella gente" (2008) und "Gli equilibristi" (2012) sein vierter Kinofilm.
Regie: Ivano De Matteo
Drehbuch: Valentina Ferlan, Ivano De Matteo, nach einem Roman von Herman Koch
Kamera: Vittorio Omodei Zorini
Schnitt: Consuelo Catucci
Ausstattung: Francesco Frigeri
Musik: Francesco Cerasi
Produktion: Marco Poccioni, Marco Valsania für Rodeo Drive
Darsteller: Alessandro Gassman (Massimo), Giovanna Mezzogiorno (Clara), Luigi Lo Cascio (Paolo), Barbora Bobulova (Sofia), Rosabell Laurenti Sellers, Jacopo Olmo Antinori, Lidia Vitale, Antonio Salines, Roberto Accornero, Sharon Alessandri
Italien 2014, 92 Minuten, Originalfassung mit deutschen Untertiteln
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Due fratelli molto diversi caratterialmente, uno avvocato di grido, l'altro pediatra impegnato, e le loro rispettive mogli, che poco si sopportano, hanno l'abitudine di incontrarsi una volta al mese in un ristorante di lusso. La loro è una tradizione che va avanti da anni e che procede nella più assoluta banalità, fino a quando, un giorno, una telecamera di sicurezza riprende per strada una bravata dei rispettivi figli. Da quel momento, l'equilibrio delle due famiglie va in frantumi. Come affronteranno i due uomini e le loro mogli, due famiglie tanto diverse, che si frequentano poco e solo per dovere, un evento tragico che li coinvolge così da vicino?
Il pediatra ha un figlio, Michele, e l'avvocato una figlia, Benedetta, nata da un precedente matrimonio. I due adolescenti si frequentano spesso. Una notte una telecamera di sicurezza riprende (senza che se ne possa ricostruire l'identità) l'aggressione a calci e pugni da parte di un ragazzo e di una ragazza nei confronti di una mendicante che finisce inizialmente in coma. Le immagini vengono messe in onda da un programma televisivo e in breve tempo le due coppie acquisiscono la certezza che gli autori dell'atto delittuoso sono i reciproci figli. Che fare?
Sono sempre stato affascinato dalla famiglia, come riproduzione in piccolo della società che la circonda. I miei film precedenti, "La bella gente" e poi "Gli equilibristi", indagavano su ciò che accade quando un elemento esterno incrina la vita tranquilla e sicura di una famiglia normalissima e almeno apparentemente felice. Con "I nostri ragazzi" invece volevo fare un passo oltre, per mostrare cosa accade quando l'esplosione parte direttamente dal nucleo della famiglia, con un film che parlasse della violenza, quella nascosta, tenuta a bada ma che può esplodere per caso, per sbaglio, in chiunque. Mi sono chiesto, come padre, fino a che punto possiamo o dobbiamo ignorare la coscienza, per proteggere la nostra felicità? La ragione del cuore spesso va contro la giustizia. Ed è veramente profonda la differenza tra ciò che siamo e l'immagine che di noi stessi costruiamo giorno per giorno.
Ivano De Matteo
Nuovo potente dramma di Ivano De Matteo, dopo "Gli equilibristi", che lo conferma un cineasta sensibile alle follie nascoste dentro la normalità. Perché il male è dentro di noi, secondo il regista, ma chiaramente fingiamo di non vederlo, per pensarlo estirpato. Il cast, notevolissimo e ben diretto, vede anche la presenza del giovane Jacopo Olmo Antinori, già protagonista di "Io e te" di Bernardo Bertolucci. Un film importante, equilibrato, fondamentale: da vedere.
Anna Maria Pasetti, Il Fatto Quotidiano
"I nostri ragazzi" è bello, interessante, anche per l'angolazione particolare con cui illumina due stili di vita, due, come dire, ideologie. Il medico coscienzioso ha una moglie colta, i gusti borghesi del cibo semplice, un mascherato complesso di superiorità, di chi si sente giusto, politicamente corretto, eticamente superiore. Rispetto a questa coppia, quella rappresentata dal fratello, è vista come il concentrato della futilità femminile e del rampantismo maschile: troppi soldi, troppi lussi, troppi status symbol. E invece, in maniera convincente, Di Matteo ci mostra che non è così, è tutta una finzione. Al momento delle scelte, il più sensibile, quello moralmente più sano è chi non ti saresti mai aspettato. Costruito con un inizio adrenalinico, un litigio fra automobilisti finito in tragedia, e un finale a sorpresa, il film si segue con crescente interesse, grazie anche all'interpretazione di Alessandro Gassmann, mai così in palla e misurato, in grado di rendere il dramma interiore di chi non solo si rende conto di non conoscere sua figlia, ma ne avverte l'agghiacciante quanto insopportabile vuotezza, e di Luigi Lo Cascio, a sua volta bravo nel delineare la psicologia di chi nel gesto del figlio vede in realtà andare in frantumi il proprio universo egualitario e solidale, dove il male non può introdursi, dove tutto è sempre e solo fatto a fin di bene.
Stenio Solinas, Il Giornale |